fumetti

 

Ho avuto la possibilità di godere di questa arte, iniziato, con tutta probabilità, da mio padre, accanito lettore di Tex, fumetti western, avventura e fantascienza, dai bambini/ragazzi del quartiere, nel quale non si giocava a guardie e ladri ma a Vendicatori e Difensori, e da una mia zia che non mi faceva mancare L'intrepido, il Monello, Lanciostory, Alan Ford, Diabolik ed altre amenità anni 70.

Amo i fumetti, la letteratura disegnata, i disegni con le nuvole. Amo gli autori italiani degli anni settanta-ottanta, la scena di Bologna '77 e su tutti Andrea Pazienza. Con lui Liberatore, Tamburini, Scòzzari e gli altri. Hanno disegnato e scritto una visione che pervade tutto quanto successo nel seguito di quella stagione vivida e disperata.

Delle opere di Pazienza mi piace praticamente tutto ma cito sempre più frequentemente Pentothal.

 

Di Tamburini e Liberatore non c'è dubbio: Ranxerox.

Moderno anche per i nostri giorni. Riferimento culturale per tutti i futuri immaginari proposti in seguito. A tal proposito illuminante una frase nell'introduzione dell'edizione di Ranxerox Editori del Grifo 2004, firmata da Munoz.

Mi piace il fumetto europeo cosiddetto "d'autore": Toppi, Battaglia, Moebius, Magnus, Manara.

Negli anni novanta ho riapprocciato (dopo essere cresciuto con le edizioni Corno dei supereroi) i fumetti anglo-americani. Tra tutti quelli di autori come Frank Miller, Gart Ennis, Alan Moore, Brian Azzarello, Warren Ellis, Mark Millar.

Lista, disordinata e non esaustiva, di quello che sono felice di aver letto:

 

 

NO OIL